QI GONG-WAI DAN YI JIN JING

Oggi vorrei parlarvi in breve di un lavoro poco conosciuto il “WAI DAN YI JIN JING”.
Uno dei tanti percorsi che affrontiamo nella scuola di Qi Gong “Le Quattro Direzioni”.

 

QI GONG WAI DAN YI JIN JING



Lo scopo principale di “Wai Dan Yi Jin Jing” è quello di rafforzare il corpo fisico 
che comprende: pelle, muscoli, tendini, fasce e ossa.
La teoria di base dell’allenamento di “Wai Dan” è: stimola ed esercita il tuo corpo fino a quando non diventa più forte.

Perché il tuo corpo è un oggetto vivente, più ti alleni e lo stimoli, più si sintonizzerà per adattarsi alla nuova situazione.
Pertanto, il principio della formazione è creare una nuova situazione affinché il corpo si adatti gradualmente e dopo l’allenamento per molto tempo, sia i tuoi corpi, mentali che quelli fisici aumenteranno di forza come si adattano alle nuove condizioni.

 

Qi Gong-Yi Jin Jing-Due Cieli2

 

Ci sono due aree principali di regolazione: il tuo corpo mentale e il tuo corpo fisico.
In “Wai Dan” stai allenando la coordinazione della tua mente e il funzionamento 
del tuo corpo.
Dal momento che la tua mente controlla i movimenti del tuo corpo, devi preparalo e rafforzalo se vuoi un corpo più forte.
Quando ciò accade, diventa più forte e il Qi può essere guidato dalla mente verso la parte del tuo corpo che stai allenando.

Ecco perché, durante l’allenamento, l’attenzione è molto importante.
La tua mente deve riconoscere la nuova situazione e provare adattarsi ad essa. Quindi, questa mente preparata e guiderà il Qi a ricostruire o adattare il tuo fisico per adattarsi alla situazione.

Corsi per insegnanti e praticanti.
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Vincenzo CESALE
チェサレ – ヴィンチェ ンゾ
Docente scuola Due Cieli
www.personaltrainer-cesale vincenzo.com

QI GONG ISTRUTTORI 2018

Qi Gong istruttori 2018 scuola “Le Quattro Direzioni”.

L’esame finale dopo un anno di lavoro intenso, un augurio di un buon lavoro futuro.

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Vincenzo CESALE
チェサレ – ヴィンチェ ンゾ

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Yi Jin Jing / Tendino muscolari – Kyudo iaido qigong

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Vincenzo CESALE
チェサレ – ヴィンチェ ンゾ
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DI AMMICCAMENTO

RIFLESSO DI AMMICCAMENTO

In una cena dopo un seminario, un allievo di Kyudo, David, mi chiese come mai nello sgancio di una freccia non chiudevo gli occhi, un’interessante osservazione, il problema che mi ponevo era: come mi sarei spiegato visto che David è Olandese? Me la cavai dicendole scherzosamente che non sentendomi all’altezza, senza gli occhi aperti sarebbe stato impossibile.

 

Provo a esprimere il concetto nella mia lingua madre

Con un’eventuale traduzione per David. Il fatto di chiudere gli occhi si chiama “Riflesso di ammiccamento”: quando si esegue un gesto o un’azione è sinonimo di insicurezza, paura e stress; nei praticanti che per forza maggiore non hanno esperienza nella disciplina che praticano, è maggiore questa situazione, quando il nostro ego prende il sopravvento e non ci lascia crescere, le cose che non si conoscono creano disagio, e delle volte esso si trasforma in paura o rabbia.

 

Il riflesso di ammiccamento può essere evocato da stimolazioni elettriche

In qualsiasi altra parte del corpo, ammesso che la stimolazione sia sufficientemente intensa ed improvvisa. In questo caso la latenza dipende strettamente dalla distanza fra il sito della stimolazione e il muscolo orbicolare.
Inoltre, gli stimoli a cui il soggetto presta attenzione, inducono una inibizione maggiore, rispetto agli stimoli che vengono ignorati.

 

La forte relazione

Esistente fra modulazione del riflesso ed elaborazione delle emozioni, fa sì che questo strumento sia stato utilmente impiegato nell’indagine di manifestazioni cliniche di disturbi a livello emotivo, primo fra tutti nei disturbi d’ansia.

Poiché sia l’ansia che la fobia sono risposte di reazione (la prima generalizzata, la seconda stimolo-specifica), ci si aspetta naturalmente che facilitino ed aumentino la risposta di ammiccamento, indotta dal riflesso.
In effetti vi è abbondanza di risultati che confermano questo. Classicamente in tutti questi studi, si esegue un condizionamento classico in cui si associa uno stimolo neutro, quale può essere l’accensione di una luce, od uno shock elettrico.

 

A condizionamento avvenuto

Ciò che si nota è che lo stimolo-test associato allo stimolo neutro induce una risposta aumentata. L’effetto è così robusto che questa metodologia è adottata come metodo per testare l’efficacia dei farmaci ansiolitici. Il potenziamento lo si ha anche quando le risposte emotive vengono suscitate con compiti immaginativi.

Come materiale spiacevole, vengono usate descrizioni di situazioni tipo visita dentistica, intrusione in casa durante la notte, parlare in pubblico, assistere ad un incidente stradale. In tutti questi casi si ottiene un aumento della risposta di ammiccamento.

 

Ciò che più è interessante, è che vi è una corrispondenza lineare

Fra aumento e grado di ansia suscitato nel soggetto, come rilevato da scale d’autovalutazione. Questo offre una vastità di applicazioni, e di studio delle attività cognitive ed emotive, nell’ambito della psicologia sperimentale e della psicologia clinica.

Il suo utilizzo è prevalentemente legato all’uso di un paradigma sperimentale, del tipo pre-stimolo combinato con uno stimolo-test. Il riflesso di startle infatti presenta queste caratteristiche che lo rendono raccomandabile come stimolo-test:

• Primo, può mostrare inibizione e facilitazione sia per la latenza che per l’ampiezza in relazione a precisi aspetti dello stimolo.

• Secondo, può essere indotto da stimolazioni acustiche, visive e somato-sensoriali, indicando così che tutti i sistemi afferenti devono convergere prima del tratto finale di elaborazione comune.

• Terzo, la latenza molto ridotta e la presenza di componenti multiple nella risposta di ammiccamento, forniscono un’opportunità unica per separare i processi di codifica dello stimolo da quelli di selezione della risposta.

 

Altri vantaggi, in generale, dell’uso di questo riflesso sono:

1) la sua presenza in un’ampia varietà di specie animali, permettendo così uno studio delle basi neurofisiologiche degli effetti di facilitazione ed inibizione.

2) il fatto che sia stato osservato, con quasi lo stesso andamento ed ampiezza, indipendentemente dall’età dei soggetti, permettendo così confronti fra gruppi di età diverse.

3) la natura inevitabile della risposta e la facilità di misurazione, lo rendono uno strumento utile laddove, in particolare nella psicologia clinica, nella psicologia evolutiva e nella neuropsicologia, viene spesso a mancare la cooperazione del soggetto, e la sua volontà di emettere risposte.

 

Riflesso-di-ammiccamento

 

La metodologia utilizzata come stimolo-test

Ha accumulato una poderosa base di dati, sia nel campo della psicologia comparata  riguardante le emozioni, e sia nello studio dei processi cognitivi e percettivi .

Questa base di dati e di relativi punti di vista teorici, saranno importanti nelle future ricerche riguardanti la modulazione  e le emozioni nell’uomo. La prima per l’ovvio vantaggio di integrare teorie delle emozioni sviluppate nel campo animale ed umano, e la seconda perché l’inseparabilità dei processi cognitivi da quelli riguardanti le emozioni, viene sempre più riconosciuta come necessaria.

 

Durante le lezioni

Quando si affronta questo argomento sui volti (soprattutto nei maschi), si legge un disagio portato dal proprio ego maschile, che non ammette  una mancanza di coraggio, condizionamento che ogni uno di noi ha subito fin dalla più tenera età, cosa che nei volti delle signore è invece assente.

Per concludere, il lavoro è molto, ma personalmente lo trovo stimolante (e perché no, eccitante); questo scritto non vuole essere giudicante, ma si spera sia di aiuto nel capire un pò di più noi stessi.

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Vincenzo CESALE
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QI GONG “LE QUATTRO DIREZIONI”

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ALLA RICERCA DELL’INSEGNANTE GIUSTO PER TE

Perchè stai cercando un insegnante di…?

Hai bisogno di attività fisica.
Oppure sei alla ricerca di qualcosa di più completo.
Cerchi un percorso che ti possa dare non solo il movimento fisico ma anche della serenità.
Vuoi imparare una tecnica che può riqualificarti per il tuo lavoro.

 

Nel primo caso la possibilità è molto ampia, quindi è più facile trovare quello che cerchi.
Nel secondo e terzo caso la ricerca durerà più a lungo, ma sarà sicuramente positiva.
Nel quarto caso non è solo un divertimento personale ma è una questione delicata che riguarda il tuo futuro: l’indagine va fatta con molta attenzione.

 

SONO QUI PER AIUTARTI.

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La mia esperienza: chi se lo immaginava? - Kyudo Iaido Qi Gong - Dojo Niten Ichi Ryu (Due Cieli) a Collegno (To)

La mia esperienza: chi se lo immaginava?

Che esperienza! Il primo giorno in cui ho messo piede in un dojo di Karate, non mi sarei mai aspettato di ritrovarmi, molti anni dopo, nei panni di un insegnante di arti orientali. La vita a volte ci stupisce ed apre grandi opportunità.
Racconto l’esperienza che mi ha portato a svolgere il mio lavoro di insegnante nella scuola “Due Cieli”, in QUESTO ARTICOLO

Vorrei donare questa condivisione a chi vuole formarsi e trovare un lavoro attraverso l’insegnamento, ma anche a chi, per puro piacere personale, vuole praticare una disciplina per crescere nella conoscenza di sé.

Praticare un’arte che vi appassiona potrebbe riservare interessanti sorprese future :)
Buona lettura

Vincenzo CESALE
チェサレ – ヴィンチェ ンゾ
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Il DOJO NITEN ICHI RYU

IL DOJO NITEN ICHI RYU
IaijutsuKyudoQi Gong

L’INGRESSO NEL DŌJŌ E’ RISERVATO A COLORO CHE VOGLIONO PRATICARE CON SERIETA’ E DEDIZIONE.

Non c’è un metodo di preparazione alla pratica. E’ sufficiente fare pratica.

Arriva al Dōjō sempre con il necessario anticipo per cambiarsi d’abito con concentrazione e senza fretta. La pratica non inizia nel momento in cui si inizia il lavoro, bensì in tutti i momenti che precedono l’ingresso al Dōjō.

Che tu sia un principiante o abbia già esperienza nella pratica, la tua presenza nel Dōjō è di fondamentale importanza. Cerca di vincere la pigrizia e le tue resistenze e di organizzare la tua vita in modo da essere il più presente possibile alle sedute di pratica.

Liberati di collane, bracciali, orecchini, orologi, abbandona tutto. Per praticare non abbiamo bisogno di abbellimenti, ma di abbandonare i nostri attaccamenti.

Studia con profitto, serietà e dedizione e il tuo insegnante sarà sempre presente per aiutarti nel tuo percorso.

Quando entri nel Dōjō, abbandona ogni preoccupazione di fama e di profitto; lascia alla porta i pregiudizi di razza, di sesso e di condizione sociale.

IL DOJO HAYATE-Collegno

IL DOJO HAYATE-Collegno

La pratica inizia all’ora esatta, in un silenzio ed in un immobilità assoluti. Sii pronto nel Dōjō almeno cinque minuti prima dell’inizio (il secondo colpo del Taiko o del Moppan ricorda che a breve inizierà la pratica). Una volta che è suonato Nijo (i due colpi che segnano l’inizio) nessuno può più entrare nel Dōjō. Chi arriva in ritardo per cause di forza maggiore deve aspettare il termine dei saluti cerimoniali e il permesso del Maestro.

Si entra e si esce dal Dōjō inchinandosi: è un segno di rispetto verso l’arte, un ringraziamento per tutto ciò che di valido essa ha offerto. Viene eseguito il rito del Soji (pulizia): gli allievi puliscono l’ambiente, preparandolo per una buona pratica e lasciandolo in ordine per i successivi allenamenti. Tale gesto è il simbolo della purificazione del corpo e della mente: ogni praticante si prepara ad affrontare il mondo esterno con umiltà, dote necessaria per apprendere l’arte marziale.

Cerca di agire sempre in armonia con gli altri e con l’ambiente in cui ti trovi a vivere; non permettere a te stesso di isolarti nelle tue preoccupazioni o rigidità, ma comprendi che l’arte che ti appresti ad imparare è una pratica in cui conosciamo noi stessi, attraverso la relazione.

Nel Dōjō ci si muove con decisione (non trasognati) ma con passo grave e solenne percorrendo il perimetro della sala senza prendere “scorciatoie”. Ricorda costantemente la sacralità del luogo.

Non lasciare mai il Dōjō senza avvertire, e senza il permesso dell’insegnante.

Vincenzo CESALE

チェサレ – ヴィンチェ ンゾ
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CORSO DI RESPIRAZIONE DIAFRAMMATICA - Kyudo Iaido Qi Gong - Dojo Niten Ichi Ryu (Due Cieli) a Collegno (To)

CORSO DI RESPIRAZIONE DIAFRAMMATICA

CORSO DI RESPIRAZIONE DIAFRAMMATICA

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