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IL TAOISMO – 3

In questo post trattiamo il significato culturale, storico e filosofico del lavoro di ricerca che svolgiamo nel dojo NITEN ICHI RYU di spada, e nel dojo HAYATE di Kyudo (tiro con l’arco), nella scuola di Qi Gong.

Vincenzo CESALE

www.duecieli.it

IL TAOISMO 3

Nella nostra seconda storia la reciproca conpenetrazione dell’oggetto e del soggetto, dell’io e del non io, è più chiara perchè è diretta: chi è l’oggetto, chi è il soggetto, chiede il Vecchio Saggio, Chuang o la farfalla? Queste due storie, nondimeno, ci consegnano esattamente il medesimo messaggio.

Chuang-tsu, cap. 2:
“Un giorno sognai d’essere una farfalla che svolazzava qua e là. Godevo della mia libertà di farfalla, senza sapere che ero Chuang. A un tratto mi svegliai e mi meravigliai d’essere di nuovo me stesso. Ma come posso sapere se ero un uomo  che sognava d’essere una farfalla o se sono una farfalla che sogna d’essere un uomo?”
In fondo, è relativamente poco sorprendente mettere sullo stesso piano la veglia e il sogno: noi stessi, da un punto di vista simbolico, accordiamo quasi le stesso credito a quel che viviamo durante il giorno e nei nostri sogni. Ma i taoisti vanno ancora più lontano, e questa identità degli stati essi l’osservano finanche nel limite indistinto che corre fra la vita e la morte.
I taoisti in effetti vedono il passaggio della vita alla morte allo stesso modo del passaggio dal sogno alla veglia, quindi perchè inquietarsi?
La vita stessa non è forse un sogno?
Chi lo sà?
Chuang-tsu racconta che alcuni esseri, risvegliati da un piacevole sogno, si rattristano; altri liberati con il risveglio da un sogno triste, si rallegrano. Gli uni e gli altri, mentre sognano, credevano alla realtà del loro sogno. Ora, dopo il risveglio, si dicono che era solo un sogno vano.