KYUDO: IL MIO PERCORSO …
E’ sabato mattina, fuori nevica tanto, ma quando la sveglia suona, i piedi si fiondano giù dal letto. Vado a fare le mie tre ore di Kyudo settimanale al dojo NITEN ICHI RYU di Collegno: non è solo praticare un’arte marziale, è qualcosa che mi sta cambiando profondamente.
In quest’ultimo anno, nella mia vita si stanno alternando momenti davvero sconvolgenti, legati principalmente al lavoro, che mi stanno portando a dei cambiamenti radicali di abitudini e non solo. Tutto questo mi ha portato a vivere (ahimè..) anche momenti di sconforto, che sono serviti per guardarmi finalmente allo specchio.
Guardarmi negli occhi e comprendere che forse era ora di dare una svolta: ogni sabato, vestita con la mia hakama, stringendo lo yumi (arco giapponese) tra le mani e incoccando le mie ya (frecce) mi guardo negli occhi, cerco di entrare in contatto con il mio sé più profondo, fino a quando le lascio andare verso il makiwara. Ogni tiro, mi sento più leggera, la mente più lucida vede certe cose diversamente e il mio corpo è più stabile.
Ogni volta che stringo l’arco, non è mai uguale alla precedente. Cosi come ogni lezione. E’ un’evoluzione: non si fanno passi avanti o passi indietro, ma ci si trasforma. Ora posso confermare con certezza, che il kyudo è ciò che ci voleva per aiutarmi a “venir fuori” correttamente, senza aggressività ma con rispetto ed armonia. Non lo so quanto tempo ci metterò, ma fosse anche tutta la vita, sarà solo un guadagno e non uno spreco di tempo.
Un arciere, ha un solo bersaglio: il suo cuore.
– Adagio del Kyudo (Arco Zen Giapponese)
C.C.
Allieva del Kyudojo HAYATE
Vincenzo CESALE
チェサレ – ヴィンチェ ンゾ
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