IL TAMBURO GIAPPONESE NELL’ARTE MARZIALE
Tamburo giapponese: ovvero NIJO, il richiamo alla pratica
Uno degli aspetti che caratterizza le arti orientali, è la ritualità. Ad esempio, ogni sessione di pratica (di qualunque disciplina stiamo parlando), solitamente inizia con un richiamo sonoro molto potente.
Il concetto alla base di questa tradizione risiede nell’uso di prepararsi mentalmente, spiritualmente e fisicamente a vivere l’arte; ogni azione aiuta ad eliminare le proprie preoccupazioni, a correggere la postura del corpo (che deve essere dignitosa e forte), e rivolgersi verso il controllo del proprio “IO”.

Nijo richiamo alla pratica DueCieli
Il suono fa sobbalzare, ma di fatto ha la forza di un’onda dirompente che si infrange sulla mente del praticante, spazzando via illusioni e impurità.
Prepararci a quello che ci accingiamo a praticare e al lavoro con gli altri, aiuta a immergersi totalmente nell’esperienza che stiamo per compiere, unendo le forze e il proprio spirito con quello di tutti gli altri partecipanti.
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La pratica inizia all’ora esatta, in un silenzio ed in un immobilità assoluti.
L’inizio dell’arte viene segnato dal tamburo. Una volta suonato il Nijo (i due colpi che segnano l’inizio) nessuno può più entrare nel Dōjō.
Nell’arte della spada (Iaijutsu) utilizziamo il Taiko, il tamburo a forma di barile.
Nel Kyudo utilizziamo il Moppan (lastra di legno, percossa da un tronco appeso con delle corde o da un martello di legno)
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Il periodo feudale (il periodo degli Stati Combattenti)
Nel Giappone feudale il tamburo veniva usato per richiamare gli uomini, motivare le truppe e per dare ordini a distanza: il ritmo e il suono cambiavano a seconda delle informazioni che si volevano trasmettere.

Nijo richiamo alla pratica DueCieli
Il Kabuki
Nel teatro tradizionale giapponese il Taiko veniva usato non solo per dare il tempo alla recita, ma anche per enfatizzare la recitazione, così dare molto pathos alla storia raccontata.
L’origine dei Taiko
Nel secondo libro più antico di storia giapponese, Nihongi, si racconta la storia mitologica dell’origine del Taiko.
La Dea Amaterasu era fuggita in una grotta per dispetto contro gli uomini, spegnendo il sole e di conseguenza togliendo la luce. Il Dio anziano Ame no Uzume per convincere la Dea ad uscire dalla grotta, usò un barile vuoto di sake, percuotendolo e ballandogli intorno; così i giapponesi raccontano l’arrivo del tamburo nella loro isola.
Questi tamburi venivano anche utilizzati per riti religiosi, Shinto o Buddisti e per richiamare i fedeli alla preghiera.

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