In questo post trattiamo il significato culturale, storico e filosofico del lavoro di ricerca che svolgiamo nel dojo NITEN ICHI RYU di spada, e nel dojo HAYATE di Kyudo (tiro con l’arco).
Tra i drammi domestici, o <<sewamono>>, che Chikamatsu, nei due primi decenni del secolo XVIII scrisse per il teatro delle marionette, la maggior parte (una quindicina su ventiquattro), si concluse con un duplice suicidio amoroso, detto <<shinju>>. L’ultimo di questa serie, <<Shinju Toigoshin>>, rappresentato nel 1722, quando l’autore aveva settant’anni, descrive un conflitto familiare che si concluderà con la morte volontaria delle due giovani vittime.
L’intreccio è semplicissimo: Hanbei, figlio di un samurai caduto in miseria, è stato tardivamente adottato da una coppia di commercianti di Osaka senza figli. Alcuni anni più tardi i genitori adottivi gli dettero per moglie una ragazza giovanissima, Ochiyo. I giovani si amavano e aspettavano un bambino. E’ a questo punto che la madre provoca il dramma: approfittando di un’assenza di Hambei caccia di casa la nuora, incinta di quattro mesi. Ochiyo, rifugiatasi dal padre , ha inizialente timore che Hambei sia stato complice di questo colpo di forza; ma non è così, ancune risposte sono sufficienti a dissipare il malinteso, suo marito mantiene per lei un amore immutabile. Ma ahimè!, egli è strettamente legato dal debito di riconoscenza <<giri>> che lo sottopone senza riserva all’autorità dei genitori adottivi. Quando comprende che la decisione della madre è irrevocabile, propone alla giovane sposa un duplice suicidio, amaramente accettato. Nell’ultimo atto, sostenendosi l’un l’altro, Hanbei e Oshiyo si trascinano nella notte sino ad un vicino tempio per offrire alla compasione di Buddha la loro disperazione e le loro lacrime; e li davanti ai grandi tetti inclinati nell’ombra, egli si pugnaladopo aver sgozzato la moglie.
Chikamatsu cerca il patetico, sa che il proprio pubblico vuole inebriarsi dello strno piacere di piangere. Ma il nostro senso della verisimiglianza può rifiutarsi di ratificare la motivazioni di questo doppio suicidio: la rassegnazione dei giovani sposi sembra troppo pronta, e l’ostinazione della suocera troppo arbitraria per essere credibile. E tuttavia, ciò che non è detto non è possibile indovinarlo? La letteratura giapponese si è dimostrata sempre capace di eccellere in questi effetti di suggestione.[…]